Jet Set Radio HD – Recensione
Chi non conosce il Professor K? E’ il DJ che dall’alto della sua Jet Set radio guida a suon di dischi la ribellione delle bande di Tokyo-To contro una tirannia che vieta ogni forma di espressione artistica. Niente armi ne violenza, solo bombolette spray e creatività, è così che i guerrieri sui roller blade lottano contro il sistema tiranno. Un input narrativo forse flebile che nasconde però un concetto di libertà ormai perduto e che fa da filo conduttore a quello che si può definire il prodotto più eccentrico della scorsa generazione di consoles: Jet Set Radioooooo! Ne abbiamo già parlato tempo addietro nella nostra sezione Retrogaming in un articolo che non fa le veci di una recensione bensì solo di una sorta di tributo a ciò che ha rappresentato questo titolo per l’industria videoludica. Oggi però ci troviamo dinanzi ad un compito ben più arduo, valutare se tale prodotto è invecchiato bene oppure se con gli anni sul groppone non riesce più a trasmettere le stesse emozioni di quel lontano Novembre del 2000. Per farlo dobbiamo prendere in considerazione molti fattori, tra cui il prezzo, circa 8 euro, e la conversione HD in se (reduci sopratutto dalla profonda delusione lasciata dalla Dreamcast Collection in tal senso). Riuscirà Jet Set Radio a riconquistare il cuore dei veri gamers?
UNA MERAVIGLIA VISIVA DI DODICI ANNI FAJet Set Radio è uno di quei titoli che hanno lasciato un solco indelebile sul suolo videoludico, uno di quei prodotti concettualmente unici, e nel caso specifico di questo capolavoro Smilebit non si può sottovalutare la portata artistica dell’introduzione del Cell Shading. Va da se che l’impatto grafico, per quanto rivoluzionario a suo tempo, non avrebbe mai potuto da solo elevare il gioco a pietra miliare ma a dar man forte vi fu un gameplay solido, complesso e dannatamente divertente, unito ad una colonna sonora che riecheggia tutt’oggi nelle casse dei tubi catodici dei retrogamers. Grazie a questo perfetto mix di eleganza e adrenalina ludica, JSR, segnò profondamente un’elite di giocatori, ed oggi torna a noi vestito di una risoluzione HD e dei 16:9 nativi che ne esaltano tutta la sua magnificenza stilistica e di una classifica online che farà la gioia di tutti i giocatori più competitivi.
Purtroppo nella versione da noi testata, ovvero quella Steam, il frame-rate è bloccato a soli 30 frame, un problema che su consoles non si pone, in quanto non vi è modo di aumentare o diminuire il frame-rate, ma, data la potenza dei sistemi attuali (Xbox360, Ps3 ma sopratutto le più recenti schede video), Sega avrebbe potuto spingere un po’ di più sull’acceleratore dei frame regalandoci i 60 fissi, soglia che in un titolo del genere avrebbe indiscutibilmente migliorato ancor più gameplay e risposta ai comandi. Niente da dire invece per quanto riguarda l’aspetto puramente estetico, la conversione è ottima e l’alta definizione evidenzia i contorni cartoonati magnificamente, così come l’audio e la colonna sonora che rimbombano nel sub-woofer oggi più di allora. L’unica nota negativa è quel senso di innovazione portato via dal tempo. Rivedere oggi Jet Set Radio può scuotere i cuori solo di chi SA cosa sia stato in passato, ma la giovane nuova leva, abituata ormai da tempo al Cell Shading, non riuscirà mai a carpirne la portata.
GALEOTTO FU QUEL GAMEPLAYLa grafica di Jet Set Radio ha fatto la storia, e su questo siamo d’accordo, ma è pur sempre il gameplay a farla da padrone! Prima di procedere con l’analisi dobbiamo però toglierci un sassolino dalla scarpa che si chiama Dreamcast Collection! A rovinare quel cofanetto non furono i titoli contenuti al suo interno bensì la conversione dei singoli, in alcuni casi più che buona, in altri lasciata palesemente al caso e afflitta da una risposta ai comandi disastrosa. La paura che JSR subisse la stessa sorte era nell’aria sin dal suo annuncio, ma ci si accorge fin da subito che le cose sono andate, per fortuna, in modo diverso. La risposta ai comandi è ottima, forse addirittura migliore dell’originale, ed ora vi è pure la possibilità di gestire la telecamera con la leva analogica destra (assente sul Dream-pad), sebbene questa si regoli in automatico durante le nostre sezioni di grind sui roller! Un lavoro impeccabile da questo punto di vista, sebbene, come accennato in precedenza, i 60 frames/sec sarebbero stati la ciliegina sulla torta.
Ma il gioco in sé? E’ sempre lo stesso di dodici anni fa, lo stesso bastardo gameplay che riesce a divertire allo stesso modo in cui fa perdere le staffe! Jet Set Radio è geniale e difficile fin da subito, Sega ha plasmato assieme storyline e tutorial, e ci si ritrova nei panni di Beat il delinquente dal cuore d’oro, intento a reclutare membri per la sua nuova banda, i GG’s, replicando le loro azioni per convincerli. I primi due, Gum e Tab, sono i più semplici ma non lasciano comunque spazio a margine di errore, mentre con il progredire della storia e la necessità di reclutare nuovi “graffittari”, per un totale di dieci, le acrobazie da replicare evolveranno verso picchi di difficoltà non proprio accessibili a chiunque.
Così come i tutorial anche le sezioni di gioco in sé non sono affatto delle passeggiate. L’obiettivo è di ridipingere i graffiti delle bande rivali sovrascrivendoli con i nostri, e per fare ciò dobbiamo innanzitutto armarci di bombolette spray, raccogliendole durante le nostre scorribande sui roller blade attraverso il fitto traffico cittadino. Ad aggravare la situazione c’è la polizia locale sempre pronta a darci la caccia con pistole e fumogeni, senza contare il countdown in alto a destra dello schermo che minaccia costantemente di esaurirsi. Come se tutto ciò non bastasse i graffiti si differenziano per dimensioni e difficoltà, con i più piccoli realizzabili con il sol tocco del grilletto analogico ed i più grandi che invece si presentano come una sorta di quick time event basati sulla levetta sinistra in un susseguirsi di mezze lune. Descritto così appare come il più ostico dei videogiochi ma la realtà è ben diversa. Il Tutorial che ci prende a schiaffi lo fa per svegliarci, ci ricorda che qui si tratta di un gioco vecchia scuola e che dobbiamo impegnarci al massimo per avere la meglio. Molti storceranno il naso ma i più temerari, determinati ad andare avanti, scopriranno che l’abilità crescerà con il tempo e di pari passo l’adrenalina prenderà definitivamente il posto dei salti sbagliati.
Ad arricchire infine il pacchetto ludico offerto da Sega vi è la possibilità di disegnare i propri graffiti per poi spargerli in giro per Tokyo-To. Un’aggiunta forse fine a se stessa ma che aggiunge quel tocco in più ad un prodotto già di per sé eccelso, che non mancherà di impegnarvi per qualche ora extra rispetto alle circa dieci utili per ultimare la storia.
Rivoluzione artistica della scorsa generazione ora in HD e 16:9 |
8 | 60 frame/sec avrebbero giovato |
Gameplay atipico e godibilissimo tutt'oggi... | Ha perso (per ovvi motivi) la sua carica innovativa | |
Per molti ma non per tutti | ||
| STILISTICAMENTE SONTUOSO | ||



