The Raven – Legacy of a Master Thief: Episode Two | Recensione
Da pochi giorni è stato rilasciato il secondo episodio della serie The Raven – Legacy of a Master Thief di KING Art, che dopo un buon esordio con The Eye of the Sphinx cerca di suscitare nel giocatore di turno le stesse sensazioni per fornire nuove fasi di gioco immersive, in linea con quelle concesse nel mese di luglio.
Grazie ad un finale cliffhanger ed una trama intrigante, seppur ispirata a svariati classici, il team di sviluppo si è guadagnato una buona schiera di fan che, come noi, non vedevano l’ora di assaporare e gustare un sequel atteso e chiarificatore. Ancestry of Lies sarà riuscito a mantenere alto l’interesse e a confermare la bontà della serie? Scopriamolo!
SEGRETO SVELATO…
Non è mai facile parlare di questo tipo di avventure proprio a causa del fatto che ogni minimo accenno di trama potrebbe esser considerato come uno spoiler, data la scelta del team di sviluppo di suddividere in tre capitoli i racconti di The Raven – Legacy of a Master Thief. Cercando, quindi, di offrire il minor numero possibile di spunti, proprio per non rovinare la vostra esperienza, partiamo col dire che nel secondo episodio Ancestry of Lies si riparte laddove il primo e buon capitolo d’apertura era terminato. Sul battello diretto verso Il Cairo il caro e simpatico Zellner è costretto a venir fuori da una situazione un po’ difficile, la stessa che nel precedente finale aveva aumentato a dismisura il nostro hype per il prosieguo degli eventi. Se quindi i primi istanti di gioco farebbero pensare ancora una volta a qualche colpo di scena o evento inaspettato, col passare dei minuti ci si rende conto di quanto il progredire del racconto e della narrazione non avvenga in maniera così fluida e convincente rispetto all’esordio di oltre un mese fa. Un paio di nuove location di gioco, il museo de Il Cairo, i passaggi segreti sotterranei dello stesso, la stazione da cui partì il “famoso” treno che valicava le Alpi svizzere, ed un cast di personaggi sensibilmente ridotto fanno il resto. Proprio quest’ultimo aspetto è sentore di quello che poi verrà confermato in chiusura di questa parte di racconto: il team di sviluppo ha toppato in qualcosa, ridimensionando inspiegabilmente alcune delle peculiarità che resero degno d’esser giocato il primo episodio.
La presenza di così tanti personaggi, ben caratterizzati tra loro e che tramite le loro azioni, risposte, espressioni, contribuivano ad instillare più d’un serio dubbio al giocatore di turno, in Ancestry of Lies non esiste; difatti, nelle circa due ore necessarie per raggiungere i titoli di coda ci toccherà svolgere perlopiù il lavoro in solitaria, mentre si è accompagnati dall’odioso “Constable Oliver” che spesso è d’intralcio. Va così a disintegrarsi quella solidità evidenziata soltanto un mese fa, quella per la quale i personaggi di supporto erano parte attiva del racconto e donavano a tutta l’esperienza di gioco credibilità ed immersione, risultando così ancor più grave ed inaccettabile una perdita del genere nel contenuto oggi analizzato.
… A CARO PREZZO!
A migliorare le cose non basta di certo qualche nuovo personaggio introdotto, come il direttore del Museo, oppure un particolare “aiutante” di cui non parleremo oltre; così come non basta la rivelazione del ricercato ‘The Raven’, uscito allo scoperto forse troppo presto, forse in un modo abbastanza banale e frettoloso. E lo stesso dicasi per le fasi di gioco vissute nei panni dell’aiutante di cui sopra, che ci consentirà di “completare” situazioni già viste in precedenza grazie ad un nuovo punto di vista, consentendoci così di mettere assieme aspetti e dettagli che pian piano dovrebbero fornire un quadro esaustivo. Dovrebbero, appunto, ma in che maniera? Il procedere è lento, poco intrigante e poco esaltante, sia a causa della drastica diminuzione dei dialoghi, sia a causa di una semplicità disarmante che potrebbe scoraggiare qualsiasi avventuriero per la quasi totale assenza di enigmi o, quando presenti, per un’elementarità sconvolgente, che lo rendono così un prodotto dall’inesistente grado di sfida.
Si è peggiorato anche dal punto di vista tecnico, segno che all’interno del team qualcosa non è andato come previsto. Se graficamente parlando il titolo si presenta ancora una volta accettabile, ma certamente non al top raggiunto dai rivali concorrenti, anche per quanto riguarda la qualità delle animazioni e delle espressioni facciali, Ancestry of Lies si mostra fragile anche nel sistema di puntamento che talvolta fa cilecca in qualche occasione di ricerca ed analisi di oggetti. Riesce a confermarsi in calo anche sul versante audio, purtroppo, che spiccava per qualità nella sua prima uscita; se, infatti, il cast di doppiatori riesce a mettere in mostra le proprie qualità, lo stesso non si può dire riguardo l’abilità dello sviluppatore nel lavoro di ottimizzazione degli stessi, che in più d’una circostanza hanno evidenziato livelli audio inspiegabilmente troppo differenti tra loro. Bene infine le musiche, riprese pari pari dal primo episodio.
Il segreto di 'The Raven' è svelato, seppur parzialmente |
5.5 | Più semplice e meno interessante del primo episodio |
Qualche problemino tecnico, stavolta anche audio | ||
Dura la metà del primo capitolo | ||
| INASPETTATO PASSO INDIETRO | ||


