Claire – Recensione
Era il 1999 quando Silent Hill fece capolino sulla prima PlayStation, un horror che a differenza dei precedenti rendeva vera la paura psicologica grazie alla sua opprimente atmosfera di un mondo malato e illogico, costellato di orrori in grado di insinuare le tensione. Dopo più di quindici anni, l’horror psicologico ha lasciato sempre più spazio all’action, che spesso ha rovinato il retaggio di intere saghe, rendendo questo genere sempre più di nicchia, tranne per qualche eccezione. Eppure, quando ogni speranza di rivedere gli horror “alla Silent Hill” scemava, nacque il mondo degli indie, in cui sviluppatori con pochi mezzi e soldi riescono a creare dei videogiochi che non fanno della grafica il loro punto forte, tant’è che spesso sono volutamente in stile retrò, ma che riescono comunque a regalare emozioni e che a volte introducono svariate innovazioni e permettono a generi quasi scomparsi di tornare in auge. Ed è proprio il caso degli horror psicologici che grazie a titoli indie come Lone Survivor, Among The Sleep e diversi altri è tornato alla ribalta, fino alla incarnazione secondo Hailstorm Games che ha dato alla luce (o meglio dire all’oscurità) Claire.
Quando cala l’oscurità…Claire, oltre ad essere il titolo del gioco è anche il nome della protagonista. Una ragazza dai capelli biondi, all’apparenza normale, che nasconde e si porta dietro un enorme peso, ovvero dover badare da sola alla propria madre mentalmente instabile e al proprio fratellino, che a causa di un evento dimenticato darà inizio ad un infernale viaggio a ritroso, fino alla scoperta del misterioso segreto, che grazie ad una trama piuttosto breve (basteranno infatti quattro ore a completare una run) riesce a tenere vivo l’interesse del giocatore tramite diversi colpi di scena, a volte non così sorprendenti e abbastanza prevedibili, fino al momento finale della storia. La nostra avventura ha inizio in un ospedale, ma senza anima viva, fino al momento in cui avverrà la transizione nel mondo parallelo (che strizza l’occhio, anzi tutti e due, a Silent Hill, da cui trae molta ispirazione), le pareti inizieranno a grondare sangue e le varie stanze appariranno rovinate e decadenti, grazie ad un design dei livelli molto particolareggiato che – nonostante la grafica in 2D e lo stile pixelloso – riesce perfettamente a rendere un degno stile horror, in grado di dare al giocatore il giusto senso di paura e solitudine, mentre la nostra protagonista vaga in corridoi bui, illuminati solo dalla fievole luce dell’accendino. Le mappe delle varie location, e ce ne sono tre più altre aree legate alle cut-scene, sono ben studiate e poco lineari, in modo da lasciare al giocatore la possibilità di esplorare le varie stanze nell’ordine che preferisce, anche se, data le presenza di collezionabili e obiettivi secondari, un’esplorazione completa ripaga di più, grazie alla presenza di alcuni puzzle, abbastanza semplici, secondari e non, che permettono l’accesso ad altre zone o ci fanno ottenere oggetti importanti per completare tutte le missioni secondarie o avanzare nella trama. Sfortunatamente, in un gioco 2D dove si può andare solo a destra e a sinistra, la complessità della mappa assieme alla presenza di molte porte, bloccate e non, rende spesso difficoltosi gli spostamenti, infatti non è raro perdersi se non si controlla costantemente la mappa, e mentre si è inseguiti da un mostro, poiché visualizzare la mappa non mette in pausa la partita, può rivelarsi un problema.
Adotta un cagnolino, o un mostro!Per gran parte dell’avventura saremo accompagnati da Anubis, il nostro fido pastore tedesco che, se per la trama svolge un ruolo molto importante, a livello di gameplay risulta perlopiù inutile e nient’altro che un orpello estetico, infatti eccetto ringhiare quando è presente un mostro nella stanza in cui ci troviamo, non attaccherà i nemici, né cercherà di rallentarli e nemmeno gli stessi mostri cercheranno di attaccarlo se vicini a lui, ma punteranno semplicemente alla protagonista. Claire non può attaccare i nemici o rallentarli in alcun modo e le uniche cose da fare sono fuggire indietro di qualche stanza, visto che i nemici sono in grado di sfondare le porte e continuare ad inseguirci, oppure nasconderci in un ripostiglio o dietro degli scatoloni (meccanica molto simile a quella di Lone Survivor) fino a che il nemico non smetta di cercarci. Oltre alla normale salute, definita con diversi livelli che vanno da Great a Weak, che diminuiscono quando veniamo colpiti, sarà molto importante tenere d’occhio la sanità mentale che, come la salute, ha diversi livelli che partono da Calm fino ad arrivare ad Horrified. Il buio spaventa Claire e in alcune zone l’uso del solo accendino non sarà sufficiente per tenerla tranquilla, sarà quindi necessario usare la torcia, in grado di illuminare per bene, ma che si scaricherà e non sarà utilizzabile se non abbiamo più pile. È presente anche una tipologia di nemici che non attacca, ma che in alcune zone saranno di gran numero e faranno drasticamente diminuire la sanità mentale che, quando arriverà al livello più basso, oltre ad aumentare l’oscurità ai bordi dello schermo con la sovrapposizione di un effetto granuloso, causerà delle visioni e un abbassamento della salute, che potrà essere recuperata solo rimanendo in una zona luminosa e tranquilli per un po’, oppure con l’utilizzo di uno o più oggetti curativi sparsi in giro per il gioco.
L’ho fatto o non l’ho fatto?La trama attorno a cui ruota tutta l’avventura si basa all’aver dimenticato e il cercare di ricordare cosa abbiamo fatto, o cosa non abbiamo fatto, e nonostante sia abbastanza imprevedibile (tranne alcuni colpi di scena abbastanza intuibili) e in grado di trattare temi interessanti come l’abbandono, è un peccato che per completare una partita bastino meno di quattro ore, anche se il timer finale non tiene conto del tempo passato a rigiocare una sessione dopo un game over. Alle difficoltà più alte, anche a causa della distanza tra le varie stanze dove si può salvare, contrassegnate da porte rosse con un simbolo bianco al cui interno è presente una lanterna bianca che permette il salvataggio (piuttosto simile al funzionamento del simbolo dell’Halo of the Sun che in Silent Hill 3 indica il salvataggio, infatti Claire assomiglia ad Heather Mason), il tempo di gioco potrebbe allungarsi notevolmente, soprattutto se si cerca di trovare ogni collezionabile e completare ogni missione secondaria. Inoltre il gioco comprende due finali, a seconda delle azioni svolte durante la partita, più un finale extra sbloccabile solo nel New Game+, in grado di tenere impegnati per altre svariate ore tutti coloro che cercano di completare e scoprire ogni cosa in un gioco.
Tre diversi finali... |
8 | ... Ma bastano 4 ore per finire una run |
Trama profonda... | ... Ma a volte prevedibile | |
Anubis è inutile | ||
| L'oscurità è tornata... | ||
