Realms of Arkania: Blade of Destiny – Speciale
In questi ultimi anni, in particolar modo negli ultimi mesi, abbiamo assistito più che mai al “fenomeno” dei remake. Tra un Superfrog HD ed un Kingdom Heart 1.5 HD Remix, passando per Flashback e così via, col chiudersi di questa generazione soprattutto su console di vecchia data questa scelta commerciale è andata via via aumentando nel tempo. Nelle scorse settimane è toccato ad un titolo che invece basa le sue origini su Amiga e PC, e non solo, di certo indirizzato ad una ristretta schiera di videogiocatori: Realms of Arkania: Blade of Destiny. RPG sviluppato da Attic Entertainment Software, primo gioco basato sugli RPG carta e penna di Das Schwarze Auge di Fantasy Productions, venne rilasciato in Germania in quella che fu la sua prima versione nel 1992, per poi esser tradotto in Inglese e pubblicato da Sir-Tech un anno più tardi, nel 1993.
PER POCHI, O PER NESSUNO…
Primo gioco ad essere ambientato nell’universo di The Dark Eye, che di certo avrete sentito nominare in altri RPG ed addirittura nelle recenti avventure grafiche dello sviluppatore tedesco Daedalic Entertainment, Realms of Arkania: Blade of Destiny negli anni ha divertito centinaia e centinaia di videogiocatori, che sentivano l’assenza di un titolo del genere su hardware più moderno, presente nei giorni nostri. Si è così pensato di investire delle risorse su un remake del gioco, che si proponeva oltre venti anni fa come un classico gioco di ruolo in prima persona, pieno di quest da portare a termine ed orchi da far fuori, immersi nel mondo fantasy di Aventuria. Il titolo si presentava come un classico gioco di ruolo, ma con la possibilità di avere fino a sei personaggi, più un NPC opzionale che poteva esser reclutato, quindi c’era bisogno di girovagare attraversando città e dungeon, raggiunte per mezzo di uno spostamento che avveniva sotto forma di cammino mostrato su una mappa regionale bidimensionale, per la ricerca e lo sviluppo di quest eventuali. Nelle fasi di combattimento si passava alla prospettiva isometrica ed attraverso un sistema di attacco a turni si poteva aver la meglio o la peggio coi nemici. La formula di gioco di base è chiaramente comune a tutti i giochi di ruolo di oggi, ma nello specifico l’aspetto retrò di Realms of Arkania: Blade of Destiny viene subito a galla e gli sviluppatori non hanno fatto nulla per limare eventuali spigoli che nel 2013 inoltrato potrebbero creare qualche grattacapo a chi non è abituato a giochi “così vecchi dentro”; tutto sommato, considerando che si tratta pur sempre di un’operazione nostalgia, ciò può esser facilmente perdonato se si considerano i tanti videogiocatori magari un po’ attempati che desideravano tornarci sopra per farci un giro… Buone le personalizzazioni dei personaggi, ma decisamente un po’ confusionaria quella di crescita degli stessi; schermate che andranno analizzate per filo e per segno e potrebbero anche in tal caso creare qualche piccolo grattacapo a chi è abituato a titoli del genere molto più accessibili e, forse per questo, sulle bocche di più persone. Questo anche perché le traduzioni in alcuni casi erano incomplete e lo strano miscuglio Inglese+Tedesco non è mai salutare, mai… Questo potrebbe anche non intaccare la pelle dura dei patiti di questa serie, considerando la gran longevità che una produzione del genere porta con sé; longevità che però, allo stato dei fatti, potrebbe riguardare solo alcuni, mostrandosi ben minore – perché poco stimolante – per tutti gli altri, o per chi magari ha deciso di dare una possibilità a Realms of Arkania con questa versione assolutamente poco riuscita.
Dal punto di vista tecnico il gioco, seppur rielaborato e presentato in una veste completamente tridimensionale, non spicca, ma a difesa di ciò possiamo comunque dire che fin dalla fase di pre-release l’intento dello sviluppatore non era quello di stupire attraverso un “graficone”, piuttosto di cercare di rendere più accessibile, anche visivamente, un titolo con oltre vent’anni sul groppone. Ahinoi, non c’è stata la necessaria perizia in molti dei particolari, dai colori dei menu all’imprecisione del puntatore (limata con svariate patch) ad un senso generale di confusione iniziale a cui pian piano, volendo o meno, farete l’abitudine. Insufficiente il risultato anche per quel che concerne le animazioni dei personaggi che, pur godendo di un buon design di fondo, non riescono a dare niente di fresco ed accattivante a Realms of Arkania: Blade of Destiny. Non fanno meglio le ambientazioni o le città che visiteremo lungo il nostro cammino, spesso molti esercizi commerciali saranno identici negli interni ed allo stesso tempo i personaggi. Il risultato sul comparto sonoro e su molti dei testi, spesso tradotti à la meglio, è allo stesso modo carente. La voce del narratore non è sempre di qualità durante le fasi recitate ed il supporto dei sottotitoli va e viene, come capita, ma superate le fasi iniziali di gioco questi non serviranno più a nulla ed al posto della voce narrante troverete tutt’una serie di brani audio abbastanza monotoni e non sempre appropriati, anche se i brani ripresi dal gioco originale fanno ancora il loro piuttosto bene. Probabilmente, giocare senza audio è la soluzione giusta per sopportare in miglior maniera le vostre sessioni di gioco su questo remake di per sé già stressante!
D’altro canto, non si può dire che il team di sviluppo non si sia impegnato a dovere per rimediare a quello che è stato uno dei rilasci più brutti di sempre, pagandone allo stesso tempo le conseguenze in termini di votazioni ottenute dalle varie testate e siti del settore. Attraverso i due mesi che ci separano dalla sua uscita, Realms of Arkania: Blade of Destiny è stato interessato da un processo di patching enorme e forse mai visto prima d’ora: si parla di ben 29 patch e gigabyte su gigabyte di dati, che andavano ad aggiungere ed aggiustare la quantità spropositata di bug che il videogioco presentava. Dall’aggiornamento sugli NPC al miglioramento dei controlli tramite tastiera, quindi degli effetti grafici o l’introduzione di nuove scene, arene, mercati, opponenti, abilità magiche e del quick save/quick load. Speriamo che tutto questo basti per placare i bollenti stati d’animo di chi ha comprato il gioco e si è trovato con un prodotto incompleto, pieno di bug e spesso ingiocabile…
IN CONCLUSIONE
A fronte della gran volontà di riportare in auge, o almeno provarci, un titolo che negli anni ha appassionato più di qualche amante degli RPG, non è corrisposta altrettanta volontà nel far le cose per bene. Va dato atto al team di sviluppo di aver appianato ed in parte sopperito alle gravi mancanze che rendevano il remake di Realms of Arkania: Blade of Destiny francamente indegno di esser chiamato “videogioco”, oltre che di comparire sui principali store digitali quali Steam. Sorvolando sull’aspetto tecnico, strettamente ancorato al passato ma che già in fase di pre-release non puntava su grafiche in alta definizione o particolari accorgimenti tecnici atti a rendere l’esperienza di gioco più piacevole dal punto di vista estetico, quel che non funzionava era proprio il gameplay alla base del gioco, che non solo è rimasto lo stesso (ed in fin dei conti questo non è un problema), ma che è stato affiancato da tutt’una serie di problematiche legate soprattutto al sistema di controllo che lo hanno reso troppo lento, impreciso e contorto, spezzando così quell’entusiasmo iniziale che abbiamo avuto nel riprenderlo dopo anni ed anni di “pausa”. Le patch sono arrivate, ed in quantità spropositata, e qualcosa è stato effettivamente limato e migliorato, peccato soltanto che il team non abbia avuto risorse a sufficienza (forse mancavano anche i mezzi tecnici?) per adoperarsi al meglio e restituire ai fan del titolo qualcosa di bello ed accattivante da giocare ancora oggi, nell’anno 2013, tanto che a fronte di una spesa di ben venti euro non ci sentiamo affatto di consigliarlo, sinceramente… Magari aspettate uno sconto di quelli importanti.















