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Speciale
27 marzo 2012, 15:00
Speciale | Un anno con Nintendo 3DS
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Speciale | Un anno con Nintendo 3DS

E’ da circa un mese che Playstation Vita è stata commercializzata in Europa. Un hardware notevole e tecnologie all’avanguardia, uniti a una base di utenza stabile e una line-up iniziale di ottima fattura hanno permesso alla neo-console Sony di riscuotere un buon successo tra il pubblico occidentale, almeno rispetto a quanto avvenuto in Giappone, complice la momentanea mancanza dei generi più gettonati dai giocatori del Sol Levante. Il suo “rivale” è però il Nintendo 3DS, che in appena un anno, reo di non essere tecnologicamente al passo con i tempi e dopo innumerevoli controversie, è riuscito a imporsi nel mercato degli handheld grazie al rilascio e all’annuncio di numerosi titoli first e third party di grande impatto, frutto del recente ritorno alla collaborazione tra la casa di Kyoto e le software house più talentuose. In questo articolo andremo a festeggiare il primo compleanno del portatile Nintendo, riepilogandone i fasti dal suo arrivo nel vecchio continente; gioie, dolori e quant’altro, più qualche considerazione in merito a tematiche ricorrenti nel mondo videoludico. Niente critiche o giudizi, confronti o inutili console war, solo qualche sporadico commento da un giocatore che ne ha seguito gli sviluppi sin dalla presentazione all’E3 del 2010, e converrete che nel giro di quasi 2 anni ne sono sorti di spunti per dubbi o perplessità riguardo questa tanto dibattuta console, la cui situazione sembra essersi finalmente stabilizzata. Tutto iniziò precisamente un anno fa…

25 MARZO, IT’S SHOWTIME!

Tra utenti fiduciosi in un ritorno alle origini con questa nuova console, fanboy in cerca di un riscatto a livello di hardware, imbarazzanti giocatori della domenica ancora a domandarsi se si trattasse solo di un DS con il 3D e i soliti troll senza nulla di meglio da fare, il 3DS inaugurò la nuova stagione videoludica del 2011, con appena un mese di ritardo dal Giappone, un record considerando il solito “lag” tra i vari continenti. La martellante e poco convincente “pubblicità all’italiana” puntò tutto sull’osannare l’innovativa tecnologia tridimensionale senza l’utilizzo degli appositi occhialini, senza ovviamente uno straccio di gameplay, solo tizi pagati profumatamente per dire quattro scemenze davanti ad una console palesemente in stand-by, accrescendo tra l’altro la confusione nel consumatore meno informato. Ad ogni modo, ciò che conta alla fine sono i giochi, e non c’è processore ultra-potente o rivoluzionaria feature che tenga se l’offerta ludica del nuovo sistema non è all’altezza delle aspettative, o quantomeno non offre un assortimento di qualità e variegato. Come descrivere dunque la line-up iniziale del 3DS, composta da soli tredici prodotti? Insolita? Sottotono? Deludente?

Non c’è da mettere in dubbio che più di qualcuno possa aver apprezzato la rosa di titoli scelti per il lancio, inoltre Nintendo affermò la sua intenzione di lasciare maggior spazio alle terze parti per il debutto della sua nuova console (saggia decisione dopo i dimenticabili trascorsi della generazione passata), ma sparire quasi completamente dalla scena durante la prima nei negozi non è stata sicuramente la soluzione migliore. E i risultati infatti si sono visti, tra bocciature a raffica da parte della critica e un’accoglienza piuttosto fredda a livello commerciale. Si sa, una console non viene mai sfruttata al massimo a partire dal day one, ma tra motori grafici in grado di far impallidire un DS, conversioni frettolose e un effetto 3D ancora poco chiaro agli stessi sviluppatori, la line-up del 3DS può vantare di fatto una delle medie più basse degli ultimi anni.

Tralasciando i soliti more of the same che le case di sviluppo riesumano agli albori di ogni nuova era (benchè Ridge Racer 3D e Samurai Warriors Chronicles non fossero affatto male) tra i titoli di punta del nuovo gioiellino Nintendo spiccavano solo Pilotwings Resort, ottima tech-demo se non fosse per il prezzo pieno e un antenato su N64 che lo oscura senza troppi complimenti, e Super Street Fighter IV, grande picchiaduro ma allo stesso tempo porting da console casalinga, seppur impreziosito da alcune feature esclusive. Una menzione d’onore va fatta però per Ubisoft, che può essere fiera di aver curato quasi metà dei giochi disponibili, non riuscendo tuttavia a tirar fuori un singolo software in linea con gli standard 3DS (fretta di entrare nel mercato?), tranne forse l’interessante ma bistrattato Ghost Recon. Tirando le somme la strada che si parava innanzi alla nuova console Nintendo era una ripida salita, ma la fiumana di notizie e annunci lasciavano presagire una rimonta con i fiocchi per il futuro. Dopotutto se si parte dal fondo di un pozzo non si può scendere più in basso, no?

SINGHIOZZANDO SOTTO UN CILIEGIO

I riscontri dopo le prime settimane di vendita del 3DS furono tutt’altro che rassicuranti. Il prezzo elevato, al di sopra gli standard della casa di Kyoto, in genere piuttosto attenta a non pesare troppo sulle tasche dei suoi acquirenti (soprattutto in un periodo non esattamente roseo per i nostri portafogli), unito ad un catalogo povero di contenuti impedirono al portatile di scalare le classifiche come generalmente accade al lancio di ogni nuova console. Persino in Giappone, dove poteva contare su brand come LaytonGundam, il 3DS riuscì a malapena a reggere il passo di PS3 e PSP. Qui in Europa invece, dove le console portatili si usano al massimo durante una seduta di gabinetto e si viene guardati con disgusto per il solo aver pensato di voler giocare a Meteos mentre si aspetta l’autobus, Nintendo si fece concorrenza da sola, merito della stessa generazione casual che aveva contribuito a creare. Il giocatore medio moderno lo conosciamo bene oramai, è il prezzo per lui a stabilire la qualità di un prodotto, il concetto di esclusiva o hardware gli è estraneo, al sondare nuove esperienze preferisce la quotidianità, la monotonia, soprattutto se economica. Perché dunque spendere 260 bigliettoni per un “DS con il 3D” quando si può ripiegare sul caro, vecchio DSi o sull’ergonomico e plasticoso XL?

D’altro canto il fatto che la casa nipponica non abbia assecondato i bassi desideri delle masse con ipotetici 3DS Sports o 3DS Party è stato di buon auspicio, segno che forse la stessa Nintendo si sia stancata di fare la parte del fanalino di coda nel panorama videoludico, alla ricerca del tanto agognato ritorno alle origini (anche se mi pare di aver visto con orrore un certo “Giulia Passione 3D” tra gli scaffali ndr). Peccato che questi buoni propositi almeno per 3-4 mesi siano rimasti un indistinto miraggio. Dopo l’esordio poco convincente infatti l’apporto di nuovi titoli divenne saltuario, troppo per una console fresca di fabbrica. Quasi sicuramente l”unico appuntamento di rilievo a distanza di settimane dal lancio era il curioso Steel Diver, concept originariamente concepito per DS e sviluppato dalla sapiente mano di Miyamoto, sballottato dalla critica con voti tra insufficienze gravi e promozioni incoraggianti. La verità a mio parere si trova nel mezzo, e il controverso titolo Nintendo raffigura appieno il quadro che affligge buona parte delle produzioni odierne: un rapporto longevità/prezzo troppo marcato.

In genere con una bella modalità multigiocatore online si può fare ammenda per una campagna in singolo esigua (almeno per alcuni), ma per giochi come Steel Diver (e parecchi altri per 3DS) non c’è scampo, e purtroppo, agli occhi di chi giudica le ore trascorse come indicatore di qualità, difficilmente un titolo in grado di offrire crica una decina di giri di orologio potrebbe risultare in qualche modo attrattivo (non che ciò tuttavia giustifichi la mancanza di contenuti, su questo non ci piove. Gameplay solido ok, ma che sia ben supportato). Epopee articolate e complesse o semplice mordi e fuggi? Trovare il giusto equilibrio tra le due categorie in un sistema handled è molto più difficile rispetto al gaming da salotto, variando il concetto alla base dell’esperienza, e tutt’ora la neo-console Nintendo sembra sbilanciata verso la seconda; che questo sia un pregio o un difetto poi dipende strettamente dal giocatore. Chiusa questa amletica parentesi, l’ultima nota per chiudere questa barcollante stagione non poteva che essere uno spiraglio di luce, la prima vera killer application studiata appositamente per il 3DS: Dead or Alive Dimensions. Ogni altro commento a riguardo penso sia inutile.

SOLE E VECCHIE GLORIE

L’E3 di Los Angeles da sempre rappresenta una grande occasione per ogni colosso del mondo videoludico, dove mostrare al mondo le potenzialità delle proprie console, e Nintendo lo scorso anno non si è certo tirata indietro. Per quanto al centro dei riflettori della conferenza tenuta da Iwata e soci ci fosse stato Wii U, il 3DS si ritagliò uno spazio tutto suo grazie ad una caterva di giochi tripla A come di rado se ne ha memoria. Super Mario, Mario Kart, Luigi’s Mansion, Kid Icarus, Paper Mario, Resident Evil, Metal Gear, Animal Crossing e molti altri ancora… solo alcuni dei titoli presentati potrebbero benissimo far venire un infarto a più di un giocatore appassionato, figuriamoci spararsi una maratona dell’evento ed essere tempestati da cotanta abbondanza (per la quale credo di aver avuto attacchi di schizofrenia per un paio di giorni ndr). Come se non bastasse aprì i battenti lo store online, l’eShop, fornito di software per la Virtual Console, esclusive in Digital Delivery, trailer, demo (funzionalità aggiunta solo di recente) e diversi gadget. L’architettura generale è senza dubbio più efficiente rispetto a quanto visto su Wii e DS, nulla da ridire a riguardo (tranne un paio di applicazioni non esattamente competitive), ma forse, e dico forse, non avrebbe dovuto figurare tra le opzioni della console sin dal principio? Meglio tardi che mai?

Nei negozi invece la penuria di titoli ancora si faceva sentire, così Nintendo corse ai ripari in attesa dell’exploit di fine anno, rilasciando a distanza di pochi mesi due perle della generazione a 64bit, adattate ai doppi schermi del 3DS senza che perdessero una frazione della loro classe: The Legend of Zelda Ocarina of Time e Star Fox 64. Un sistema non vivrà di porting o reboot, ma come lasciarsi sfuggire due capolavori d’antologia come questi? Col senno di poi, e la classica lacrimuccia di nostalgia, un pensiero però sorge spontaneo che credo si siano posti in molti: vale la pena per me, giocatore di vecchia data, acquistare una nuova console e spendere qualcosa come 350€ per avere tra la mani quasi esclusivamente titoli per i quali mi sarebbe bastato inserire la cartuccia originale nel vano del Nintendo 64? Non sarebbe stato meglio intervallare i due remake con un paio di giochi inediti? Così facendo agli occhi del fanboy di turno il 3DS sembrerà qualcosa di superato, come effettivamente si vomitava nei forum (grafica “obsoleta” + giochi “vecchi” = console inutile, mi pare ovvio, indipendentemente se abbiano mai provato suddetto vecchiume). Nulla è reale, tutto è lecito, mai citazione fu più azzeccata al contesto. Personalmente ho apprezzato moltissimo le riedizioni di due dei miei giochi preferiti dell’infanzia, e non ho potuto che constatare con piacere il fatto che suscitassero le stesse emozioni di un tempo, se poi non ci si vuole sentire dei matusa come il sottoscritto siete liberi di andare in cerca dei soliti blockbuster…

TAGLIA E INCOLLA

In ere remote le case di sviluppo si spremevano le meningi per poter adattare i loro brand di punta su una particolare console, ricamavano minuziosamente ogni elemento del gameplay in modo da non lasciare nulla al caso. Se un gioco veniva traghettato su un nuovo sistema si lavorava strenuamente per poterlo plasmare a seconda delle possibilità offerte dalla nuova base di sviluppo, studiando un motore grafico performante, interpretando in chiave diversa il sistema di controllo, perfino reinventando completamente la struttura se ciò fosse stato necessario. I giochi si adattavano alla console, non il contrario. Oggi invece, tra un Gran Turismo “limitato” dall’hardware della Playstation 3, conversioni forzate che lamentano motori grafici orripilanti o la mancanza di tasti fondamentali nelle loro versioni originarie e assenti nella nuova sorgente, numerose software house fecero pressioni a Nintendo riguardo l’implementazione di un secondo stick analogico sul 3DS. La console non è chiaramente nata con quest’idea in mente, in fondo negli esperimenti tridimensionali su DS per muovere la visuale veniva chiamato in causa il touch screen, il quale ospitava in tutta tranquillità le icone per eseguire le varie azioni, normalmente relegate ai tasti di un pad, fare lo stesso con il suo successore non sarebbe stato certo nocivo.

Ma a quanto pare una console non è tale se non presenta i soliti porting copia-incolla da console casalinga, che siano Splinter Cell, Metal Gear o quello che vi pare. Ormai sudare quel tanto da sfruttare le risorse a disposizione è un sforzo troppo grande, meglio riciclare tutto e fare affidamento su introiti facili. Ma se un brand non si può replicare o si molla tutto, come talvolta accade, o si richiedono optional per infilarlo a forza nella console. Rifiutare equivale a perdere la fiducia della software house, ergo addio a ipotetiche esclusive in futuro, but business is business, ed ecco quindi l’annuncio del Circle Pad Pro, il gaio accrocchio da agganciare al 3DS come un catetere per permettergli di far sussistere senza disarticolazioni giochi che necessitano a tutti i costi di un secondo analogico. Sinceramente non comprendo per quale motivo venga attaccato così tanto per la sua estetica. E’ ovvio che un simile attrezzo non verrà mai adoperato per le sessione on the road, viste le dimensioni poco tascabili, e finché mi trovo sul divano di casa francamente mi importa poco di un’improbabile periferica, soprattutto se funziona. Non devo certo far concorrere la mia console a un concorso di bellezza (o si?). Potrei però scommetterci un occhio della testa che il restyling del portatile ne supporterà uno di serie, e comunque non si tratta di un’aggiunta malvagia, una volta che si riflette sulle sue possibili applicazioni. In titoli come Kid Icarus ad esempio torna utilissimo per i mancini, in Resident Evil se si preferisce un approccio più action, in Monster Hunter se proprio pasticciare con il pennino dopo le ore passate sullo Unite risulti fastidioso… Si tratta di metodi alternativi per poter vivere l’esperienza di gioco, comodi, ma soprattutto facoltativi. Purtroppo dopo aver visto Snake ciondolare mentre si cerca disperatamente di muovere la telecamera con un soldato che ci prende di mira ho avuto l’impressione che questa facoltatività non fosse più tale. Farne una colpa non mi sembra il caso, dopotutto ognuno cerca di tirare avanti come può, ma almeno la decenza di architettare un sistema di controllo decente senza dover per forza acquistare il Circle Pad. Se non altro il suo prezzo è abbastanza accessibile e si può trovare in bundle con alcuni giochi.

E a proposito di prezzi, non dimentichiamo la svolta decisiva che ha permesso al Nintendo 3DS di risorgere dalle sue ceneri, lasciando al tempo stesso centinaia di acquirenti a lacerarsi il fegato (o almeno una parte di loro): il sensibile taglio del costo a distanza di pochi mesi dal lancio. A partire dal mese di agosto il prezzo di listino del portatile scese di circa un centone in tutto il mondo, scendendo dunque ad un interessante 150-160€, praticamente meno dell’XL! Questo ha permesso a Nintendo di rinvigorirsi economicamente (dopo il periodo nero in borsa), e tra sugosi bundle e offerte delle varie catene il 3DS iniziò la sua lesta scalata delle classifiche che perdura tuttora. Non manca tuttavia il rovescio della medaglia, composta da quella cerchia di sostenitori o giocatori curiosi che si sono ritrovati ad aver speso una cifra nettamente superiore, in alcuni casi a ridosso dell’annuncio del calo di prezzi, cosa che ha suscitato non poche lamentele. Per indorare la pillola venne orchestrato il Programma Fedeltà, grazie al quale, una volta registrata la propria console in un apposito menù online, i possessori di un 3DS acquistato prima del taglio di prezzo avrebbero potuto scaricare gratuitamente ben 20 titoli dall’eShop, dieci per NES e dieci per GBA. La prima decina, poco apprezzata nonostante vi figurassero capisaldi della storia come Super Mario Bros, Metroid e The Legend of Zelda (riprodotti ahimè su qualunque sistema multimediale esistente), venne rilasciata i primi giorni di settembre, la seconda, di gran lunga più appetitosa, qualche settimana prima di Natale. Per alcuni questa sorta di risarcimento non è stato sufficiente, ma se penso che se acquistati nel loro formato originale i giochi del catalogo GBA superano senza problemi i 30€ non posso che esultare con giubilo, soprattutto se non ho avuto modo di provarli a tempo debito (e posso garantirvi che non c’è emulatore per PC che regga il confronto). Mi chiedo però: se il 3DS avesse debuttato con una line-up con quintali di giochi di qualità come accade ora, sarebbe stato criticato allo stesso modo? Le vendite sarebbero state così basse da obbligare lo stesso al taglio dei prezzi? Mistero…

DAL NULLA AL TROPPO

Fino ad ora abbiamo parlato di periferiche, di marketing, di annunci, di critiche ed elogi, ma i giochi che fine hanno fatto? Semplice, arrivano tutti ora. A partire da novembre il 3DS divenne una macchina sforna capolavori impressionante. Che Nintendo avesse intenzionalmente alzato questo polverone per poi galvanizzare tutti con questa collezione autunno – inverno galattica (benché ne dubiti visti i rischi corsi)? In appena un paio di mesi il catalogo si è letteralmente decuplicato. Solo in Europa (sì, perché siamo sempre i soliti che si perdono un buon 30% dei titoli a disposizione, e ricordo che il sistema è region lock) sono approdati a distanza di poche settimane l’uno dall’altro Super Mario 3D Land, splendido platform piagato dal confronto con Galaxy, Cave Story 3D, per chi si fosse perso l’originale su Wii o PC, Shinobi, altro ritorno di una saga del passato, Tales of the Abyss, esclusiva PS2 traghettata su console Nintendo (strano ma vero), BlazBlue, il Dottor Lautrec… finito? No, perché nel periodo di follia pre-natalizia videro la luce Mario Kart 7, Ace Combat Assault Horizon e due perle direttamente dall’eShop, Pullblox e Mighty Switch Force. Inoltre, giusto per la cronaca, contemporaneamente quei fortunati dei giapponesi potevano fregiarsi di un certo Monster Hunter Tri G, assieme ad uno spettacolare bundle con console serigrafata. Inutile dire che gli indici di vendita sono schizzati a perpendicolo, recuperando il margine perso durante il primo semestre di acciacchi.

E per questo 2012 altri grandi firme riempiranno il firmamento del 3DS. Già in questi primi 3 mesi abbiamo messo le mani su Resident Evil Revelations, Tekken 3D, il bizzarro Dillon’s Rolling Western, il remake di Metal Gear Solid 3 e il recentissimo Kid Icarus Uprising. E in futuro potremo contare su brand del calibro di Kingdom Hearts, Luigi’s Mansion 2, Paper Mario, il quinto capitolo del Professor Layton e il suo crossover con Phoenix Wright, Fire Emblem Awakening, Time Travellers, Beyond the Labyrinth e numerosi altri giochi, che non sto qui ad elencare, un pò perché non li rammento, un pò perché sono veramente tanti. Una cosa è certa: sarà una grande annata per il 3DS. La nascita del Nintendo Network infine migliorerà la stabilità e le possibilità offerte dal servizio online, garantendo probabilmente una resa migliore di titoli improntati sul multiplayer online, al momento segato da dei server afflitti da lag e rallentamenti. Il primo a sfruttarlo sarà proprio Kid Icarus, ma se volete conoscerne i dettagli vi rimando alla sua recensione di prossima pubblicazione.

IN CONCLUSIONE

E siamo giunti alla fine di questo speciale sul primo anniversario del Nintendo 3DS. Da semplice recap dei fatti avvenuti siamo passati ad analisi più o meno sensate e riflessioni filosofiche, nulla di troppo astruso ma ottimo per intavolare una bella discussione a riguardo. Il portatile di Mamma N ha avuto uno svezzamento molto travagliato, ma a quanto pare è servito per tirare su una grande console, destinata ad ospitare decine di grandi giochi, molti dei quali previsti per questo 2012. Il 3DS è un’ottima console? Assolutamente si. Vale la pena acquistarla? Questo onestamente non posso dirlo con certezza. La console, nonostante la giovane età, vanta un catalogo di tutto rispetto, nei negozi a seguito del price-cut praticamente te la tirano dietro e non è raro imbattersi in offerte veramente allettanti. Per certi versi sembra essere stata rilasciata incompleta, per poi andare a formarsi con il passare del tempo, tra software e aggiunte esterne, fino a raggiungere gli ottimi standard odierni, ma, e parlo per me, sono più che soddisfatto di questo gioiellino, che nonostante a suo tempo abbia preso dita e dita di polvere mi ha regalato tante soddisfazioni, regalandomene tuttora e sono sicuro anche in futuro. Qui dal vostro ED è tutto, al prossimo articolo, su Z-Giochi 😉

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