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Recensione
TESTATO SU PS4
29 gennaio 2014, 14:00
Don’t Starve
Don’t Starve mobile

Don’t Starve: Console Edition – Recensione

Il PlayStation Plus è sicuramente uno dei migliori servizi mai creati, concetto che abbiamo ribadito ampiamente in più occasioni dedicandogli anche un esaustivo speciale, e in questi mesi tradizionalmente vuoti in termini di uscite di rilievo torna ancora più utile la sottoscrizione a questo abbonamento soprattutto dopo le ingenti spese sopraggiunte tra novembre e dicembre per tutti i videogiocatori. Dopo Resogun e Contrast il PS Plus ha offerto questo mese Don’t Starve: Console Edition, particolare gioco sviluppato da Klei Entertainment e uscito poco meno di un anno fa su PC. Con il prezzo di 13,99 € questa Console Edition per PS4 vanta tutte le migliorie e i contenuti inseriti finora più alcune modifiche all’interfaccia e ai controlli per meglio adattarsi al passaggio da mouse e tastiera a joypad. Il risultato? Sicuramente interessante.

Don’t Starve

GENIO AL LAVORO

La breve intro dopo aver avviato al gioco dice tutto su quella che è la spicciola trama proposta da Don’t Starve: Wilson uno scienziato alle prese con uno dei suoi esperimenti viene interrotto da una strana e oscura entità di nome Maxwell che lo rapisce portandolo in un mondo parallelo. Null’altro. Chi sia e perché ci abbia condotto in questo nuovo mondo non hanno poi chissà quale importanza perché siamo soli in una terra sconosciuta e dobbiamo sopravvivere. Questa la priorità che è poi l’anima del gioco. Se dall’uscita a oggi ancora non avete letto nulla di Don’t Starve (QUI la recensione della versione PC) dovete sapere che di fronte avete un gioco a mondo aperto con un ciclo giorno-notte e visuale dall’alto in cui muovervi liberamente raccogliendo tutto il possibile per sopravvivere. Così com’è la sopravvivenza, spietata e crudele, altrettanto lo è il gioco ed è bene saperlo perché al giocatore non saranno forniti tutorial e indicazioni di sorta su come muoversi nelle terre selvagge di questo mondo, fatta eccezione per le poche parole di Wilson quando esaminiamo un qualsiasi oggetto. Questa caratteristica sarà sicuramente apprezzata dai videogiocatori più audaci e, a posteriori, anche da quelli che si addentreranno nel gioco armati di pazienza e tolleranza perché possono essere diverse le cause di morte. Dalla salute alla fame, e alla sanità mentale – parametri che sono riportati in alto a destra – il giocatore dovrà imparare a gestirli per sopravvivere giorno dopo giorno nella modalità Sandbox. Sbagliando s’impara dice il proverbio, ed è così che si sopravvive in Don’t Starve imparando a riconoscere le materie di prima necessità come la legna, l’erba, i ramoscelli e la selce, importanti per accendere un fuoco durante la notte che ci tenga al caldo e ci consenta di cucinare le provviste,  e soprattutto allontani i mostri della notte che altrimenti metterebbero fine alla nostra vita e quindi alla partita. Questa severità apprezzabile da un survival come Don’t Starve è però anche un difetto dato che non porge nemmeno una mano iniziale per addentrare in maniera più dolce l’utente che magari è alle prese per la prima volta con un titolo del genere, anzi, ad ogni errore gli dà uno schiaffo a mano aperta con l’intento di educarlo, ma siamo sicuri che per tanti, questo approccio sortisca l’effetto contrario, allontanandoli inesorabilmente.

Ed è un peccato, perché a perderci dalla poca accessibilità al gioco sono sia lo sviluppatore che perde probabilmente così una fetta di utenza, sia gli utenti che non arrivano a un livello di conoscenza tale da rimanerne affascinati perdendosi così una bella esperienza di gioco. Attenzione però, non parliamo di rendere il gioco più facile ma di dare all’utente maggiori suggerimenti e informazioni sulle difficoltà a cui andrà incontro. È bene difatti sapere che per quelli alle prime armi è consigliato prima di iniziare il gioco modificare i parametri del mondo, che già di default è ostico di suo. Quindi si può intervenire sulla durata del giorno, eliminando magari degli eventi atmosferici o determinati mostri, allungando magari la stagione estiva, perché l’inverno vi metterà davvero in difficoltà. Da una regola non si scappa, ovvero che la sopravvivenza a lungo termine si otterrà tramite l’esperienza e l’esplorazione della mappa in cerca di nuove risorse e anche nuovi nemici. Questa condizione per quanto pericolosa è fonte di forti stimoli ed evita di annoiare a lungo termine, nonostante il prezzo da pagare possa essere la morte. A tal proposito per esempio, solo esplorando la mappa si potranno scoprire un paio di altari che se attivati garantiranno una resurrezione evitandovi di partire di nuovo dal giorno 1. Le funzioni social di PS4 si dimostrano molto utili per un gioco come questo e vengono incontro a  tutti quelli che non amano imparare dai propri sbagli; nella fattispecie all’interno dell’applicazione del live streaming potrete trovare diversi video di altri utenti nelle fasi avanzatissime del gioco. Se da un lato perderete il gusto della scoperta dall’altro vedere cosa è possibile creare e come farlo vi incoraggerà a tenere duro e continuare a sopravvivere giorno dopo giorno. I giorni sono segnalati in alto a destra all’interno di un orologio che mostra le fasi del giorno (giorno – tramonto – notte) e ci daranno punti esperienza (solo una volta morti) in base ai giorni di sopravvivenza che serviranno per sbloccare altri sei personaggi ognuno con delle caratteristiche peculiari, con bonus e malus che semplificheranno più o meno le nostre giornate in base a determinate circostanze cambiando anche il nostro approccio al gioco.

La raccolta delle tante risorse sparse per il mondo di gioco, pratica che per ovvie ragioni alla lunga può risultare tediosa, saranno utili per craftare nuovi oggetti, strumenti, macchinari scientifici, armi e quant’altro, indispensabili per la sopravvivenza e per mettere radici in una terra, creando con il tempo un accampamento come base di riferimento e di rifornimento. Erba, alberi, orti, cespugli con le bacche si potranno piantare per farle crescere all’interno dell’accampamento o nelle immediate vicinanze, semplificando il farming. Ed è in questa fase che Don’t Starve dà il meglio di sé, passando le giornate a creare nuove risorse e cibarie varie, esplorando le parti coperte della mappa alla ricerca di qualcosa di nuovo e così via. C’è tanto da scoprire in questo titolo, caverne sotterranee, mostri che compaiono solo in determinate stagioni, oggetti, macchinari esoterici e perfino armi magiche. Una volta che avete scoperto tutto e che tirate avanti senza difficoltà potete passare anche al Adventure Mode, accessibile trovando nella mappa il portale di Maxwell. All’interno di questa modalità daremo la caccia a Maxwell affrontando sei capitoli che vedranno Wilson o chicchessia affrontare situazioni atmosferiche avverse con tanti nemici e diversi disagi che alzeranno ancora più l’asticella della difficoltà provata nella modalità Sandbox. L’aspetto fumettoso dalle tinte noir potrebbero non piacere a qualcuno ma alla lunga lo stile adottato si dimostra vincente e mai noioso impreziosito da belle animazioni di personaggi e mostri e da melodie che fanno un discreto lavoro. Magari le mappe che si generano in maniera procedurale non regalano tanta varietà  limitandosi a boschi, prati verdi, paludi, savane e caverne ma le diverse stagioni e la presenza di numerosi mostri a secondo del periodo rendono la visione delle immagini sempre fresche e originali.

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IN CONCLUSIONE
Don’t Starve: Console Edition si dimostra affascinante anche su PS4 dove l’adattamento dei controlli fa un buon lavoro pur essendo macchinosi in certe circostanze rispetto a mouse e tastiera che rendono la gestione di tutte le azioni globalmente più veloci. La versione PC rimane infatti quella di riferimento e può vantare anche il supporto alle mod come quella della localizzazione per iniziare, altro tassello che può intimorire gli utenti all’acquisto. Per il resto questo survival con visuale dall’alto mette in mostra un gameplay tutto da scoprire, una meccanica di crafting soddisfacente, tanti contenuti a cui si aggiungerà il DLC “Reign of Giants” previsto per Febbraio e un tasso di sfida sicuramente elevato specie nel Adventure Mode. La ciliegina sulla torta sarebbe stata una modalità multigiocatore che bene si affianca alla struttura di gioco che non possiamo far pesare vista la natura del titolo. La fase di farming può a volte risultare tediosa anche se ci sono degli escamotage per velocizzare questa pratica, il gioco è poi poco accessibile sin dalla prime battute e l’utente non potrà far altro che maturare diverse ore di esperienza per comprendere le diverse possibilità di sopravvivenza. Superati questi ostacoli vi si aprirà un mondo ricco, divertente, longevo e appagante.
Pro-1
Un gameplay tutto da scoprire
8
Contro-1
Le fasi di farming annoiano in certi frangenti
Pro-2
Un mondo ricco e originale
Contro-2
... Che richiede ore di esperienza passando sopra la rigidità del titolo sin dalle prime battute per essere assaporato
Pro-3
Livello di sfida elevato...
DOPO IL BUIO, LA LUCE
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