A Ruota Libera | Casual Gamers – Ieri, Oggi e Domani!
Questo nuovo articolo di “A Ruota Libera” nasce come approfondimento ad alcune discussioni affrontate di recente su diversi altri lidi, che hanno coinvolto la mia precedente panoramica (Link) sull’evoluzione di casual ed hardcore gamers e si sono concentrate particolarmente sulla diatriba, ancora accesa, tra i sostenitori del Dreamcast e quelli della Playstation 2. Il filo conduttore che lega tutti questi argomenti è che l’ultima console di casa Sega può essere vista come il primo vero monito assoluto dei cambiamenti del mercato in favore del lato puramente commerciale. Il tutto si riconduce infine alla situazione odierna, alle lamentele che si leggono un po’ in ogni dove, alle critiche urlate alle software house per scelte che non vengono comprese ne accettate da quelli che oggi si definiscono videogiocatori appassionati ma che forse giusto fino a ieri erano gli artefici ignari dei mutamenti dell’industria videoludica.
BACK TO THE FUTURE“…videogiocare prima dei tempi della Playstation era da sfigati, videogiocare dopo il “Sony Big Bang” era fico e le stesse persone che poco prima ti guardavano male se affermavi di esserti appassionato ai videogiochi tutto ad un tratto erano diventati espertoni con la Playstation in casa, parlavano di videogiochi a tempo perso MA erano profondamente diversi per come vivevano quel loro Passatempo! Per tanto giuste o sbagliate che siano queste etichette vanno ad identificare due tipologie di utenti videoludici ben distinte, che probabilmente esistevano anche prima del Boom della console Sony, ma che si sono radicate nel contesto sociale solo successivamente.”
Iniziò tutto così, con un sistema che riuscì ad ampliare il mercato all’inverosimile giungendo nelle case anche di chi fino a poco prima non avrebbe mai pensato di videogiocatore. Il sistema in questione fu la Playstation, lo sappiamo tutti. Sony riuscì a sdoganare il videogioco con tutti i pro ed i contro del caso, e se da una parte è quasi innegabile che anche prima vi fossero i casual gamers, è altresì evidente che solo a seguire il loro numero lievitò in modo esponenziale, sino a superare di decine e decine di volte quello dei cugini appassionati.
Ma a conti fatti che c’è di male? In fondo quando prendiamo la prima volta un Pad tra le mani possiamo definirci da subito grandi appassionati? Direi proprio di NO! Nessuno può affermare di nascere videogiocatore, di nascere “imparato”, di nascere appassionato ecc ecc. All’inizio siamo tutti casual gamers, poi piano piano ci si appassiona, chi più chi meno, c’è chi inizia a frequentare forum, ad informarsi, altri che invece continuano a giocare di rado, solo a determinati titoli, chi si flesha su di un genere soltanto, chi vuole provarli tutti ed assaporare esperienze ludiche nuove e così via, ognuno un mondo a se, generalizzati poi al massimo nelle due famose etichette.
Ma cosa è mancato in questi anni di evoluzione? L’equilibrio! Ed il Dreamcast ne fu forse il monito più grande!
DREAMCAST VS PLAYSTATION 2 – SECONDO ROUND“L’annuncio della Playstation 2 fu il colpo di grazia alla console sega. La massa di giocatori che dal 95 al 99 si era ampliata a dismisura voleva playstation. La massa intesa come la quasi totalità del mercato era accecata dalla moda PSX , iniziò così l’attesa spasmodica per Ps2 alimentata dal marketing sony. Del resto, cos’è la moda a conti fatti? Una prigione ideologica, stilistica, culturale per menti incapaci di diversificarsi.“
Sega i suoi errori li ha fatti, 32X, Mega CD, un Saturn complesso e costoso, insomma, poteva risparmiare parecchio in passato, sopratutto alla luce di un Mega Drive che rullava alla grande, mettendo così da parte i soldi necessari per sopravvivere a distanza di tempo. Invece una volta sulla via delle redenzione, con un Dreamcast che non si è fatto mancare niente, dal marketing mirato, alle killer app, all’hardware versatile e potente e sopratutto alle innovazioni, la grande S era già economicamente piegata sulle ginocchia ed il ciclone Playstation 2 era imminente. Il monolite nero stesso, nonostante il peggior lancio di un sistema che la storia ricordi, riuscì poi a trasformarsi da quel nero anatroccolo in un cigno grazie ad Okami, Metal Gear, Shadow of the Colossus, God of war, ICO, Virtua Fighter 4 e molti altri. Ciò non toglie però che il successo di Playstation 2, sopratutto all’inizio, fu basato sull’utenza casual nata con la sorella maggiore, nel boom ludico del 1998. E’ una palese verità comprovata dagli avvenimenti:
Nel primo anno di vita del monolite furono piazzati 15 milioni di esemplari e la scena videoludica si divideva tra un Dreamcast che proponeva svariate killer applications, l’ Online gaming, la possibilità di navigare in rete, DLC gratuiti e mini-giochi per la visual memory sistem, supporto nativo al VGA ed al Pal60, emulatori ufficiali e non ufficiali, innovazioni non solo hardware ma anche software, il tutto ad un prezzo che oscillava tra le 200 e le 300 mila lire, ed una Ps2 che proponeva un hardware complesso, un lettore DVD limitato da Sony per non fare concorrenza agli altri suoi dispositivi ed una manciata di titoli tra cui spiccavano Tekken Tag e Ridge Racer V, il che è tutto dire, ad un prezzo di listino di 899 mila lire.
In quegli anni la moda, il lato commerciale del videogioco, il marchio “Playstation”, hanno avuto la meglio su tutto, sulla qualità, sull’innovazione, sulle pietre miliari made in Sega, nulla è stato in grado anche solo di scalfire il fenomeno Playstation! Certo c’erano anche i giocatori appassionati, ma il dislivello in favore dei casual gamers era troppo ampio. Per questo si potrebbe inquadrare l’ultima fatica Sega come primo grande Monito della vittoria del commerciale sull’arte videoludica. Ma fu solo l’inizio… la punta di un iceberg pronto ad affondare il Titanic Videoludico!
TODAY IT’S NOT A FINE DAY
“E’ anche vero che molti figli della Playstation, nonostante la moda, nonostante la scarsa informazione delle nuove leve di quegli anni, si sono innamorati lo stesso di questo coloratissimo universo che chiamiamo videogioco, hanno imparato ad informarsi, a scegliere con la propria testa e magari addirittura a riscoprire perle nate su sistemi diversi da quelli Sony, ergo spero che anche in futuro avremo modo di vedere nuovi veri appassionati in grado di mantenere in vita quei prodotti destinati a chi VIVE il videogioco e non si limita ad usufruirne, quei prodotti innovativi, artistici e che verranno ricordati negli anni a venire, generazione dopo generazione!“
Il mercato odierno è il risultato del dislivello tra l’insignificante (in rapporto alla totalità) numero di player che hanno poi scoperto la passione che tutt’oggi li lega a questi oggetti di plastica e silicio e tra i casual che continuano a comprare solo i prodotti più famosi o creati dagli sviluppatori che li hanno accompagnati durante il loro esordio commerciale. Chi ha fatto la fortuna di prodotti discutibili come Bully in favore di capolavori come Panzer dragoon orta, ad oggi è nel 99 per cento dei casi colui che fa la fortuna dei prodotti più commerciali che ci propinano quotidianamente, poi però, paradossalmente, potresti ascoltarlo mentre se la da da grande videogiocatore sulle pagine Facebook. Come se questo disequilibrio non bastasse si sono sviluppate nel frattempo anche nuove forme di gaming, abbiamo visto l’introduzione dei sensori di movimento che hanno nuovamente ampliato il bacino di utenza, e del Social Gaming, su Facebook innanzitutto ma anche sui vari Smatphone ad oggi incubo delle consoles portatili, insomma ormai il videogioco è davvero per tutti… O forse No!?
C’è una categoria che è stata messa in ombra da questa espansione videoludica, prima dai casual gamers ed ora anche dai Non-gamer, la categoria dei veri videogiocatori. Di loro ormai non importa QUASI più nulla a nessuno perché troppo pochi nel marasma generale.
IN CONCLUSIONE“Questo praticamente dice tutto,GTA fenomeno di massa ,Shenmue gioco di nicchia,le vendite non l’hanno ripagato purtroppo…Shenmue un’opera d’arte non capita dalla gente.”
Alessando0610
Ed è questo che avrei desiderato io… Che ci fosse ad oggi un minimo di equilibrio. Non mi importa dei casual gamers in se, essere casual gamers non è un colpa, ci mancherebbe. Avrei solo voluto che i prodotti destinati a loro ed i prodotti destinati invece agli appassionati convivessero felicemente, non che ci fosse un abisso enorme sulle copie piazzate sempre in favore dei prodotti più commerciali.
Sarebbe stato bello se Nights into Dreams dall’alto della sua levatura artistica si fosse ritagliato lo stesso spazio di Crash Bandicoot, sarebbe stato bello se Jet Set Radio e la sua rivoluzione stilistica chiamata Cell Shading si fossero presi una fetta di torta al fianco di quell’aborto di Manhunt, sarebbe stato bello se invece della morte di Gotham Racing ci fosse un Need for Speed di meno ogni sei mesi e così via. Avrei voluto che tutti quei casual con la Playstation in casa si fossero appassionati davvero, si fossero informati come lo facevo io quando il videogioco non era universalmente una moda, avrei voluto che oltre a Spyro, Crash e Tekken avessero maturato una visione ludica più ampia, coprendo anche titoli artistici e di ben altra caratura. Del resto anche io quando ho iniziato a videogiocare ero un casual gamers, ero piccolo e poco informato ma poi mi sono appassionato ed ho iniziato ad acquistare ciò che realmente valeva la spesa, non in base alla fama o il nome impresso sopra, e tutt’ora vado avanti così. Qualcuno ce l’ha fatta ovvio, Dreamcast o meno perché potrebbe aver maturato la sua visione d’insieme solo dopo la morte del sistema Sega, ma sul totale il numero è così effimero da muovere pochi soldi se rapportati ai record di incassi che il casual gamer fa guadagnare all’Activision di turno. Sarebbe bello se oggi il videogaming si dividesse in chi vuole e compra Wii-Fit, chi attende GTA V con ansia e chi apre la sua copia di Shenmue 3, ma della catena fu quest’ultimo anello più debole a spezzarsi.
Non ci resta che starcene qui ormai, guardando al futuro, videogiocando… Del resto l’abbiamo sempre fatto e probabilmente lo faremo sempre… perché nel bene o nel male… è questa la nostra grande passione.

